venerdì 5 maggio 2017

Quando la leggerezza è meglio di uno specchio

Bike Trip 23.04.2017 Parte 2 di 3 (Trevignano Romano - Perugia)


Se sei arrivato quì per caso, devi prima leggere questo.

Dopo il tormentato riposino pomeridiano, la serata a Trevignano Romano scorre tranquilla, una cena in una suggestiva trattoria, accompagnata da vino buono e tante chiacchiere liberatorie. Alle 2200 sono già a letto. La sveglia suona mentre sono seduto sul cesso con in grembo il mio iPad che pianifica su Strava la prossima tappa; decidiamo (a causa di una serie di motivi) di anticipare il rientro di un giorno, la prima tappa è stata piuttosto sfiancante e la sento ancora nelle gambe e sulla schiena.
La colazione della Signora del B&B è ricca, mangio tutto: Toast, uova strapazzate, caffè, yogurt, succo di frutta, caffè, pane e marmellata, muffin, cereali, caffè. Colazione disturbata dalla signora che  ha provato con tutte le armi in suo possesso ad imporci di percorrere la via Francigena, ce l'ha messa davvero tutta la gentile signora, ma non ci è riuscita... la puttana. Si parte. Non dobbiamo strafare. Massimo 60Km. e dobbiamo andare piano, poi saliremo su un treno. Decidiamo di pedalare fino ad Orte.
Il percorso fino a Civita Castellana ci regala un gran bel paesaggio, me lo godo lentamente, non spingo, uso rapporti alti, saluto tutte le pecore che incontro. Anche quelle nere. Il mio compagno è lontano, un "tic" periodico, snervante/adorabile/snervante del freno anteriore è la mia unica compagnia, sono solo e le sinapsi non si soffermano su niente, o meglio si soffermano su troppe questioni scomode riguardanti la mia persona e cerco di "scacciarle", allora accelero e la fatica diventa la mia seconda compagna di viaggio. Un "tic" e la fatica. Smetto di pensare, ascolto, guardo, cerco di immergermi in quello che sto facendo, distogliendomi da quello che sono.
È Domenica, e il giorno del signore ci regala un traffico libero da automobili e da "Camion Randagi",
ricco comunque di una fauna alla quale non siamo abituati: i lupi e i falchetti sono i padroni incontrastati di queste terre. La prima e unica sosta è Nepi.
Nepi è un piccolo Borgo attraversato da un fiume, e in centro ha una cascata. una cascata vera di quelle con l'acqua che cade copiosa dalla sommità di una roccia. Una pausa in movimento: camminata nel paese, con bici a mano, qualche foto e pranzo a base di un paio di snack ai cereali e acqua, si riparte quasi subito.  Il paesaggio torna quello a cui ci siamo abituati nel primo tratto, poi diventa nuovo, scuro, "cementificato", industriale, mi ricorda la mia città. Orte scalo. salita. Orte. Di questo paese vediamo solamente la stazione ferroviaria. Non male, guardiamo gli orari, acquistiamo i biglietti, bisogna attendere poco per il prossimo treno per Perugia. Binario 4-Panchina-Treno-Bici appese-Poltrona-Perugia.

Orte segna il confine tra il Lazio e L'Umbra, ma è ancora Lazio. non ci ho fatto caso nella pianificazione, sarebbe stato bello "espatriare" pedalando, avremmo potuto lasciarci il Tevere e iniziare a costeggiare il fiume Nera, fermandoci a Narni(a) e prendere il treno (oppure un Armadio) da li. Avendo avuto quel giorno in piu, inoltre, si poteva pensare di raggiungere Terni e le cascate delle Marmore... ma per fare tutto questo ci sarà il mio viaggio in solitaria dalle Marche, attraverso il terremoto, verso L'Umbria.

A Perugia ci ero stato diversi anni prima, due o tre volte, una delle quali durante un viaggio con la mia famiglia con un furgone che mio padre aveva trasformato in camper. Ritornare in Umbria dopo svariati anni mi ha riportato al naso l'odore di quella vacanza che feci da bambino, trasmettendomi ricordi più vivi di quell'esperienza, piuttosto che delle volte un cui ci sono andato da adolescente/adulto, forse merito della bicicletta, forse merito del fatto che quando si invecchia si preferisce ricordarsi bambini.
Perugia è la città meno pedalabile che abbia mai visitato in sella ad una bicicletta: dislivelli improponibili, automobilisti impazienti, auto troppo veloci.
Durante il tragitto in treno chiamo una mia amica Perugina (in realtà è molto tarantina, ma vive li da un paio di decenni), speravo di incontrarla, ma camminava sulla Via Francigena, non ci vediamo, ma dopo una piacevole chiacchierata al telefono mi indica l'Ostello in cui alloggeremo; camera pulita, prezzo popolarissimo. Raggiungerlo è stata comunque un'impresa. il GPS ci portava altrove, e non capivamo le indicazioni dei residenti, ad un certo punto mi sono convinto del fatto che ci stessero prendendo tutti per il culo, divertendosi a guardarci mentre rifacevamo decine di volte la stessa salita. 

Alla fine, per magia, compare: il Castello è Conquistato!
Il Castello Errante di Perugia.

Al solito, Doccia, relax e si esce...a piedi, con i mezzi pubblici. La MiniMetro Perugina è adorabile, viene voglia di starci delle ore e coccolarla. peccato che si muove solo fino alle 21.30... Stop!


Alla Prossima.


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