mercoledì 24 marzo 2010

Difendere l’allegria - di Mario Benedetti

Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e le definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo sbalordimento e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e dalla malinconia
dagli ingenui e dalle canaglie
dalla retorica e dagli arresti cardiaci
dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicidi
dalle vacanze e dalla fatica
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dal sudiciume
dalla famosa patina del tempo
dall’umidità e dall’opportunismo
dai prosseneti del ridere
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da Dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle pene
dal caso
e anche dall’allegria


Non smettere mai di non prenderti sul serio.
Luigi

sabato 20 marzo 2010

HEAVY RAIN - Primo "The End"

Eh si... me la sono presa comoda.
L'altro ieri ho finito per la prima volta HEAVY RAIN. State tranquilli, non ho alcuna intenzione di rivelare nessun particolare sulla storia o su quello che è stato il mio finale (anche se penso che quando leggerete, un paio di volte l'abbiate già finito anche voi che leggete), voglio raccontarvi la mia esperienza da un punto di vista umano; non vi parlero di grafica, di gameplay (anche perchè descriverlo è stata un'esperienza ardua anche per lo stesso autore), di longevità, tutto ciò in Heavy Rain non ha importanza. Qualcuno parla di Lasergame o di film interattivo, di qualcosa che oggettivamente non puo' rientrare nella categoria di videogame, e per questo ha ricevuto non poche critiche positive; ma dove sta scritto che un disco fatto per entrare in una console per videogames debba essere per forza un videogame?! siamo Geek, Trovare utilizzi alternativi per i nostri gadget è la nostra passione, e quando qualcuno ci aiuta in questo ci lamentiamo? io dico soltanto che gli autori hanno voluto raccontare una storia, e l 'hanno fatto, amio parere, nel migliore dei modi. HR non poteva essere un film e basta, il "videospettatore" diventa parte integrante del universo creato da Quantic Dream e quando arrivato alla fine ho posato il pad sul divano e guardato la sbalorditiva sequenza finale non ho potuto fare a meno di essere assalito dai sensi di colpa per tutto quello che non ho fatto e che avrei potuto, le cose sarebbero andate davvero in modo diverso, potevo salvarlo...Cazzo avrei potuto farcela ma...! e sono andato a letto col magone e uno strano senso di colpa. Domani lo rigioco.

sabato 13 marzo 2010

Motociclismo

...ovvero l'eccezione al nerdismo estremo.

Sino a qualche anno fa avevo un SUV, tutti gli optional da vero geek,ovvero: lettore mp3 da flashcard e usb. attacco iphone, netbook disassemblato e rimontato sulla plancia che faceva da computer di bordo etc... L'acquisto del SUV fù, come tutti i miei acquisti,  una spesa compulsiva dettata da vari fattori, in primis "IL CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO" seguito dal fatto che vivevo fuori città e che non avevo più la tessera per i viaggi gratis in treno (un giorno vi racconto anche questa storia), pertanto avevo bisogno di un mezzo "comodo".
Come è giusto che sia le cose cambiano, mi trasferisco in città, vado a vivere da solo, aumentano le spese, insomma le solite cose che succedono quando (purtroppo) ci si trova nella situazione di dover crescere; decido di vendere il mio mammuth per restare a piedi, o meglio, in bicicletta e (che ve lo dico a fare) mi compro una super mountainbike in lega con tutti gli optional, kit per monitorare le calorie bruciate, contachilometri e quantaltro.
La mia vita di pedone e ciclista ebbe un inizio meraviglioso, ero libero! libero dalle assicurazioni, libero dai semafori e dal codice della strada, libero dal "cercare parcheggio". era fantastico (è fantastico!).
Purtroppo, nella mia anarchica testa di cazzo, il fatto di essere considerato un freakettone in bicicletta non scendeva, inoltre la mia indole basata sul tutto e subito faceva si che i lenti tragitti in bici mi snervavano, oppure (per renderli meno lenti) capitava spesso, per esempio, che il tragitto da casa a lavoro fatto a 60km/h in bici, faceva si che giungessi praticamente inzuppato di sudore, quindi arrivato in azienda, prima di iniziare le mie attività quotidiane ero costretto a passare da casa con l'auto aziendale e cambiarmi.
Accertato che la bici non facesse per me, almeno per quanto concerne la mobilità urbana (fuoristrada invece... ma questa è un'altra storia; la racconto un'altra volta) la scelta del mezzo ideale era semplice: una moto! (anche con questa ho avuto negli anni passati  un rapporto intenso... ma in modo diverso).
Ok! compro un vespone 150 anni '80. il mezzo ideale per la città, e poi fa figo! perchè non è un banale scooter, è una vespa! Quando, girovagando per i concessionari (e internet ovviamente) scopro la LML Star, ovvero una perfetta riproduzione della Vespa del 87, prodotta ancora oggi in India, è una vespa VERA ma con le modifiche al motore, al sistema frenante e tutte quelle triccheballacche che la rendono una moto attuale.. acquistabile con meno di 3000 euro... bene, e mia!!!
Quando si tratta di spendere più di 200 euro la mia incautezza negli acquisti è inversamente proporzionale all'ammontare della spesa, percui, la vedo, torno a casa, me la studio su internet, e ne sono sempre più convinto, ancora oggi sono convinto del fatto che se vuoi una vespa, è giusto che tu compri una Star; ma la mia riflessione fù quella che con 3000 euro avrei potuto comprarmi una moto vera, di quelle con le marce a pedale.. di quelle VELOOCI! quindi accantono momentaneamente l'idea del acquisto della FANTASTICA Star per dedicarmi alla ricerca di quella che sarebbe diventata di li a breve uno dei più grandi amori della mia vita.
La ricerca non fu  pernulla estenuante, entrato in un concessionario, la vidi ci guardammo e il legame che si creò immediatamente fu simile a quello tra un Na'vi e un Banshee (o Ikran come dicono i Na'vi), era lei! era la mia moto. BMW f650cs Scarver!
Fu davvero amore a prima vista. non è stato un acquisto compulsivo; sono fermamente convinto che mai nessuna "cosa" possa darti emozioni così forti come riesce a darti una moto, come riesce a darti LA TUA MOTO. Il pensiero prima di salire sopra di lei era quello di voler apportare modifiche, montarci accessori renderla a misura di geek, ma questo pensiero passa subito, lei è così. è bella nuda. le sei sopra, la stingi con le gambe e col corpo, la cavalchi e lei risponde violenta, non serve nient'altro, soltanto tu e lei ad amoreggiare pubblicamente per strada, davanti a tutti o in sterrati isolati. l'importante è che siamo soli io e lei, qualche volta non si disdegna qualche orgia fuori mano con qualche amico e la sua compagna a due ruote. ma non serve altro, non servono preservativi. è sesso sicuro con lei. non servono attrezzi o accessori geek, non serve neanche l'ipod, la musica del suo motore quando strilla è sufficiente. E' amore! "chi non ci è dentro, non puo' capire"! Vado a prenderla!


Poesia del motociclista
Una volta, qualche anno fa,il papa di uno di noi
Che ora non c’è più, il papa di un Angelo
Con il #24 sul cupolino ci ha definiti cosi:
“Mi avevano tanto parlato di voi
ma a dire il vero non lo avevo mai ascoltato
più di tanto, ma essendo un gran “capoccione”
me li ha voluti far conoscere uno ad uno,
questi ragazzi da abbracciare e baciare come figli
propri, immersi in quelle loro tute di pelle,
con i loro caschi sgargianti, tutti veri DURI!
Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo
Ma provate ad alzare loro quelle visiere scure
Da marziani e troverete occhi splendidi,
puliti, gonfi di quelle lacrime vere
in cui puoi annegare ed arrivare fino infondo
alla loro anima per vedere com’è candida
Provate poi a togliergli quelle tute
e troverete al loro interno dei bambinoni
innamorati della vita, dei week-end
a bistecche e salsicce, ma ancora tanto bisognosi
di un padre o di una madre che li prenda
per mano quando la sorte inizia a giocare duro”
si dice che
ogni volta che saliamo in sella ai nostri destrieri
insieme a noi salgano pure Angeli e Diavoli
è vero! Rappresentano quel dualismo
che rende questo modo di vivere cosi
denso di emozioni che a volte il cuore pare
voler saltare via dal petto
e mettersi a correre,
ad urlare
Diavoli che girano quel polso
In maniera a volte così irrazionale e violenta
Che lo schizzo di adrenalina ti arriva
Diritto al cervello senza passare dal via,
lasciandoti i tremori per lunghissimi
interminabili minuti,
e Angeli che portano il volto e la voce
di chi non è più con noi,
dei nostri affetti,
delle nostre paure ed esperienze
costruite sulle nostre ossa rotte
Si, è vero, in moto si muore, capita
Può capitare ad ognuno di noi e ci si fa male
Tanto male, ma quanta vita si trasforma
In ricordi bellissimi
In attimi eterni,
in risate fragorose da far tornare il sole
anche in una fredda e piovosa
giornata di novembre?

Parlate con ognuno di Noi
E fatevi raccontare un giro,
un aneddoto,
una curva e perdetevi in quello sguardo
che comincia a scintillare,
nelle risate,
nel sorriso che, spontaneo,
stira gli angoli del viso e distende la fronte
Parlate con ognuno di noi
E chiedetegli cosa sarebbe lui
Se un giorno dovesse rinunciare a questa passione
E preparatevi a sentire l’urlo del silenzio,
a vedere quello sguardo di bimbo
diventare lo sguardo di un marinaio
costretto a vivere a terra con il mare in vista
o di un pilota che guarda
il cielo ancorato a terra

in moto si muore, è vero
ma non esiste modo migliore per vivere
il tempo che ci è concesso
e se ancora non lo avete capito
beh, lasciate perdere, non lo capirete mai

Ma se un domani,
andando al mare con la vostra famiglia
automobilisticamente corretta,
dovesse sopraggiungere uno di Noi
e vedreste vostro figlio girarsi di scatto e salutare sbracciando come un pazzo,
rinunciate a capire anche lui
Lui che nella sua innocenza
Vede in Noi quella scintilla
Che voi non siete stati capaci di scorgere
E se vedrete il motociclista ricambiare il saluto
Beh,non c’è nulla di strano sapete?
Tra Angeli in terra ci si saluta sempre

Ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda!

Motociclisti strana, meravigliosa gente!

giovedì 11 marzo 2010

GAME PRO rest in peace

Game Pro era l'edizione italiana di EDGE, La rivista Britannica (a mio parere) più autorevole in ambito di videogaming. Qualche mese fa, la testata viene soppressa. le motivazioni? non riesco ancora a capirle, forse la presunzione che per questo genere di informazioni è sufficiente  una googlata, oppure è poca la gente, che come noi, considera il Gioco una cosa seria (PRO perlappunto). Resta il fatto che GAME PRO ora non lo trovate più in edicola, e per tutti coloro che non hanno avuto il piacere di questa lettura, ecco 2 righe di quello che era:

Aprire la confezione di un videogame appena acquistato e inebriarsi dell'odore di "nuovo" prima ancora di sfogliare il libretto e di mettere il disco nella console. Giocare per l'ennesima volta a Monkey Island 2 e ridere ogni volta che il vecchio Guybrush risponde a una domanda con un poco pertinente: "Sto vendendo queste belle giacche di pelle". Ricordare con nostalgia quanto era difficile Another World fin dai primi istanti di gioco. Partecipare a un torneo di PES e provare quasi le stesse emozioni che abbiamo provato ai mondiali di Germania.
Il Videogioco è tutto questo e molto più, chi non ci è dentro non puo' capire.
Viviamo in un'Era senza identità in cui la gente è plagiata dai Reality Show e dal gattino Virgola (unico gatto al mondo che mi piacerebbe uccidere!). Queste sono le cose che avvelenano la mente. Questa Era fa paura, altro che il futuro post-atomico di Ken il Guerriero...
Questa è la realtà, purtroppo, e noi, non abbiamo il Salvatore, l'uomo di Hokuto.
In questa epoca dove si osannano falsi idoli, forse il videogioco è una delle poche cose davvero "reality"



Lettera Di David Fish pubblicata sul numero 21 di GAME PRO italia



R.I.P. GamePro

lunedì 8 marzo 2010

2028/03/08

8 marzo DUEMILAVENTOTTO...
Quasi venti anni fa il presidente Obama tagliò i fondi alla NASA per il progetto lunare affinchè I privati fossero spinti a dare seguito al progetto Apollo; oggi Piersilvio Berlusconi sta consegnando le chiavi della loro nuova casa ad alcuni sfollati del terremoto che sconvolse l'Abruzzo nel 2009, Milano 3.0Moon sarà una discreta zona residenziale, certo, un po' fuorimano... ma che fortunati coloro che hanno avuto questa opportunità.
Circa quattro anni fà, quando Nintendo ha comprato la maggioranza delle azioni Microsoft, si pensava che windows dovesse iniziare a funzionare finalmente... ieri è stata rilasciata la RC di Windows N, si pianta sempre, ma almeno quando sto al computer sciolgo un po' di grassi col controller cinetico.
Mio figlio grande tra 3 mesi compie 18 anni, l'Italia è ancora l'unico paese con una maggiore età così alta...( e menomale!!) andremo insieme a comprare l'auto. Cazzo sti soldi non bastano mai.. stavamo meglio quando c'era l'euro, il passaggio al globe ha arricchito solo i padroni.
Da quando Steve Jobs è stato eletto presidente negli USA si è scatenata questa mania dei collo a lupetto... sono odiosi! e dicono pure che quel vecchietto è ancora affascinante...mha!?
Domani dopo il lavoro devo passare dal Medico a a farmi togliere sto fastidioso cancro al intestino che mi sto portando dietro da giorni... pensare che meno di vent'anni fa per sta roba la gente ci moriva.
Sarà una giornataccia a lavoro... ma per fortuna è venerdì; questo weekend porto la famiglia al parco naizonale dell'ILVA!
Buonanotte!

LOGIN (l'editoriale di Riccardo Luna) WIRED 2009-06

Alla fine gliel'ho detto!
Gli ho detto:
la prima innovazione sarebe quella di non fare mai più convegni sull'innovazione come questo.
Ero nell'auditorium di Confindustria, mica nel tinello di casa.
Seduto al centro del tavolo presidenziale a mezzaluna, davanti a una platea che sonnecchiava ormai da un paio d'ore.
Facciamo un tavolo! era stata la proposta di uno del tavolo.
No, facciamone quattro! aveva rilanciato un altro,evidentemente più ambizioso.+Quattro bei tavoli e ci rivediamo tra un anno attorno ad un quinto tavolo e vediamo quanto siamo stati innovatori!
SEMBRAVA UNA RIUNIONE DI FALEGNAMI.
Allora gli ho detto: mai più.
Mai più un convegno sull'innovazione che non sia trasmesso in diretta su internet per dare modo a tutti di partecipare.
Mai più una sala senza wi-fi per collegarsi alla rete durante i lavori.
Mai più, ma questo sarebbe ovvio,un poste dove non c'è nemmeno la presa per attaccare il pc e tutti scrivono a mano mentre parlano convinti della NECESSITA' di "digitalizzare l'Italia".
E mai più tavoli, gli ho detto. La digitalizzazione di questo paese non è roba di Destra o di Sinistra: è una cosa da fare subito, senza tanti discorsi, copiando gli altri che l'hanno già fatta.
Al limite il tavolo si fa online: pagina wiki, dove tutti possono partecipare e postare idee.
Così è nata Wikipedia: do you know crowdsourcing?
No, probabilmente. Almeno a giudicare dal decreto anticrisi arrivato qualche giorno dopo:
annuncia sconti del 50 percento sulle tasse "per chi investe in macchinari".
Bello, giusto. Quali? Quelli della cosiddettà tabella Ateco. cioè?
Rubinetti, tubi, pompe, forni, cuscinetti, gru...
Tutto, tranne l'hardware e il software.
L'INNOVAZIONE DEL TUBO.

giovedì 4 marzo 2010

Linton Kwesi Johnson

Era il 1984, aprile...al massimo maggio, avevo 4 anni mio padre mi portò a vedere il concerto di LKJ era a San Marino... o ad Assisi... mi sa Assisi... mi annoiai... mio padre comprò la "CASSETTA" e una darbuka, quando la suonava a me dava fastidio.
Nel 1997 avevo 17 anni e fui bocciato a scuola. ero triste e mio padre mi comprò un basso elettrico... con quella Darbuka e quel Basso ci piaceva suonare "The Eagle and the Bear", adesso il basso non lo suono più e quella darbuka è andata dispersa.
però l'altro giorno ho fatto un mezzo viaggetto con mio padre, e abbiamo sentito la "cassetta" di LKJ comprata al concerto ad Assisi nel 1984

Linton Kwesi Johnson